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Il cubo di cangrovia è l’oggetto che qualunque artista vorrebbe avere con sè. una forma di legno magica, dotata, capace di darti una misura di quanto sei speciale. e nel momento in cui smetti di crederci, ricordarti chi sei. è la classica cosa che nessuno inventerà mai, che non esiste. è uno svolazzo di fantasia, è l’insieme di tutti i discorsi che nessun amico ti farà per il semplice fatto che è un essere terreno. è la conversazione meravigliosa che vorresti avere con Dio, o con il più potente dei suoi angeli, nella sua lingua rivelatrice. è un concentrato di cose nuovissime che altrimenti non avresti saputo, e che non devi faticare per trovare … è lo specchio delle tue brame, che non riflette più ciò che vorresti, ma ciò che puoi diventare. è il tavolino perfetto in un pub perfetto una notte perfetta in una città perfetta con una persona perfetta, che perfettamente ti legge dentro e perfettamente, come il contenuto di un biscotto cinese, ti dice in quattro parole la cosa più saggia da fare. è il giocattolo preferito dell’infanzia, su cui sono rimasti i tuoi umori ed i tuoi cambiamenti, e che meglio di chiunque altro sa dire chi sei. è l’ombra di peter pan ancora cucita sul muro, per chi non ha smesso di saperla vedere. è la cosa che tutti vorremmo trovare in un baule in soffita, sono le parole giuste dopo un fallimento o appena prima di una vittoria. è quel genere di oggetto che dentro ognuno di noi assume disperatamente una forma diversa, perchè tutti abbiamo bisogno di una nocciolina parlante dentro, una specie di coscienza, o maestro, o grillo in cravatta, a cui chiedere consiglio quando siamo dispersi. è l’idea semplice di una fiaba che in realtà è una metafora, e quello a cui ti aggrappi quando manca l’ispirazione. è il suono del campanellino nella porta sul retro, che annuncia una visita nuova. è il giocattolo che starebbe sopra ogni pianoforte, vicino ad ogni chitarra, sotto ogni spartito musicale, zitto, e muto, e magico.

⁠— Gaia Riva